Dopo il successo del lungometraggio " My name is Ernest, Hemingway e l'Italia "
di Emilio Briguglio alla presentazione in occasione della 70^ Mostra
del Cinema di Venezia, abbiamo intervistato uno dei protagonisti del film,
l'attore italo argentino Maximiliano Hernando Bruno.
Maximiliano, hai preso parte a molte fiction e pellicole cinematografiche, quale tra i ruoli che hai interpretato ti ha lasciato il segno?
Il ruolo a cui sono più affezionato è Jose del fil "Caribbean Basterds",
per il tipo di personaggio borderline e poi perchè era il mio primo film da protagonista, diretto dal maestro del cinema d'azione italiano
Enzo G Castellari.Sono cresciuto guardando i suoi film come:L'ultimo squalo,
Quel maledetto treno blindato o I guerrieri del bronx. Ma soprattutto
perchè era un action movie girato nei caraibi, chi non vorrebbe fare
un film così.
Quando è stato il tuo primo provino, per cos'era ?
il mio primo casting è stato nel 2000 per una publicità di una nota marca
di gelati, anche se prima ancora di fare alcun provino avevo già scritto
il mio primo cortometraggio, un horror dal nome "My name is Robert Webbe"
in cui interpretavo anche il protagonista.
Parlaci del tuo personaggio in My name is Ernest?
Il film narra i due macro periodi di Hemingway in Veneto, mettendo così
in evidenza come questa sua grande passione per questa regione
lo abbia profondamente ispirato nel corso della sua vita e nella realizzazione
di capolavori come "Addio alle armi" e "Al di là del fiume tra gli alberi".
Io interpreto il caporale Amedeo, il quale vive in prima persona il dramma
della prima guerra mondiale. Lontano da casa e senza la certezza di poter
conoscere il figlio appena nato a Roma. La mancanza degli affetti rendono
la vita di trincea sul Piave ogni giorno più insopportabile. Il tutto
viene reso ancora più difficile dall'arrivo di una lettera dove la moglie
inserisce il calzino del figlio, intanto gli Austriaci stanno per attaccare.
progetti futuri ?
Ho da poco concluso di girare un un progetto dove sono sia attore che uno
dei produttori, un film intitolato "Il Leone di Vetro" regia di Salvatore Chiosi,
sulla vicenda emblematica di una famiglia veneta all’alba dell’Unità d’Italia.
A febbraio invece sarò impegnato nelle riprese del film "Rosso Istria".